Francesco Pungitore
Francesco Pungitore

Cibo e Anima

Un seminario scientifico molto partecipato e ricco di spunti di riflessione, lo scorso 15 novembre 2015. Consensi unanimi per il convegno promosso presso la palestra “Flex Gym” di Soverato dal progetto culturale “Naturium” sul tema: “Alimentazione e sport. Alimentazione Evolutiva. Dalla Dieta Mediterranea, alla Vegetariana alla Vegana. Prospettive e differenze. Problemi e adattamenti”. Dopo il saluto del promotore del progetto “Naturium”, Giovanni Sgrò, ha introdotto i lavori il dottor Francesco Pungitore, giornalista esperto in tematiche alimentari e della salute. 

Di seguito la relazione del dottor Francesco Pungitore.

 

 

L'incontro di oggi si colloca in termini abbastanza evidenti nel contesto delle tante iniziative promosse dal progetto culturale Naturium. Ospitiamo oggi il dottor Emanuele Giordano, importante figura di riferimento, in Italia, nel mondo dell'alimentazione sportiva e dei bodybuilder in modo particolare, che relazionerà sul tema “Alimentazione Evolutiva. Dalla Dieta Mediterranea, alla Vegetariana alla Vegana. Prospettive e differenze. Problemi e adattamenti”. Perché definiamo coerente l'argomento di oggi con le linee guida del nostro progetto culturale? E bene, a questo punto, ricordare cos'è “Naturium”.

 

COS'E' NATURIUM – Naturium nasce, all'incirca tre anni fa, su iniziativa dell'imprenditore soveratese Giovanni Sgrò. Nasce, innanzitutto, come pensiero e come riflessione. Un pensiero e una riflessione indirizzati a indagare le potenzialità di un corretto stile di vita alimentare nel miglioramento complessivo degli stati di salute e di benessere delle persone. Sgrò proviene dal mondo dello sport ed ha sempre, convintamente seguito sistemi dietetici molto specifici. In questa sua esperienza ha avuto modo di ascoltare i consigli di numerosi professionisti del settore che, sempre di più, lo hanno spinto verso abitudini alimentari sane, naturali, da abbinare all'esercizio fisico. E così che è nata, in lui, l'esigenza di condividere queste conoscenze scientifiche, frutto della ricerca di medici, nutrizionisti ed esperti di tutto il mondo. Da questo bisogno iniziale di condivisione si dipartono le due direttrici del progetto “Naturium”: da una parte c'è l'idea imprenditoriale, cioè la collocazione in uno spazio fisico e la vendita di quei prodotti alimentari, spesso di difficile reperimento, che formano le  basi di una corretta e sana alimentazione: prodotti a chilometro zero, cioè da filiera corta;  prodotti biologici e biodinamici e naturali, di cui il consumatore può accertare direttamente con estrema precisione la qualità, la provenienza e la metodologia utilizzata per la coltivazione. Produzioni, peraltro, finalizzate non a massimizzare la resa (abbassando artificiosamente i costi) ma basate sulle migliori pratiche ambientali, per concepire la crescita di un alto livello di biodiversità e la salvaguardia presente e futura delle risorse naturali. 


ECOSOFIA - Ecco, dunque, un ulteriore valore aggiunto del progetto “Naturium”. la saggezza ecologica, l'ecosofia: quella che il teologo Raimon Panikkar chiama la “saggezza della Terra”. Non è da pazzi  immaginare che la Terra possa parlare all’uomo… lo è di più ignorarne il richiamo. E il messaggio, il richiamo che, oggi, ci arriva dalla Terra è, più che altro, un invito molto concreto. Un invito a recuperare quella simbiosi che, da sempre, ha reso possibile la vita di noi tutti. Un invito magari a riscoprire anche il linguaggio del cibo. In che modo? Agendo con la Natura e non contro di essa. Traducendo in azioni di fatto: sviluppando la biodiversità ambientale, rendendo vitale la terra e aumentandone la fertilità; rispettando i cicli naturali e conducendo allevamenti biologici, assicurando agli animali condizioni di vita sane; creando sistemi sostenibili per la produzione agricola che rispettino l’ecosistema terrestre e invitando a considerare come un unico sistema il suolo e la vita che si sviluppa su di esso. 

 

SCELTA  ALIMENTARE – Qual è, dunque, il nesso, la relazione tra cibo, salute, stile di vita, ambiente? Lo ribadiamo: anche il cibo ha un impatto ecologico. Le nostre scelte alimentari non sono “neutre”. Ciò che scegliamo di consumare condiziona la sopravvivenza sia del singolo uomo che dell’ambiente.

  1. L’alimentazione, certamente, è strettamente correlata con il benessere psico-fisico del singolo individuo, secondo il principio del “nutrirsi bene per sentirsi bene”. Uno stile alimentare corretto costituisce un’efficace tutela per la salute della persona. E questo è l'aspetto, potremmo dire, egoistico della questione.
  2. Ma c'è anche una dimensione più ampia da considerare che coinvolge l'indirizzo futuro che vogliamo dare allo sviluppo della nostra società. 
  3. Essere consapevoli di ciò, porta ad essere consapevoli anche delle scelte che effettivamente vogliamo adottare, quotidianamente, per portare del cibo sulla nostra tavola, ai fini della salute nostra e dell'intero pianeta. 

GIUSTO PREZZO – Parliamo, ad esempio, della questione del giusto prezzo. Di prezzo vero, equo e giusto parlano gli allevatori italiani, portando avanti la loro guerra del latte contro le multinazionali del settore. “Giusto” prezzo per un “giusto” latte è lo slogan della loro protesta. Ma in che senso? In buona sostanza, sta accadendo che gruppi di industriali monopolisti abbiano deciso di sottopagare il latte italiano, ben al di sotto dei costi di produzione. Un ricatto. Gli stessi industriali, infatti, giusto poco tempo fa avevano tentato di liberalizzare l’uso di semilavorati esteri e “polveri” per la produzione di formaggi e yogurt da etichettare con la bandierina italiana. La manovra non è passata e, da quel momento, si è scatenata la rappresaglia. Insomma, il quadro è il seguente: c'è qualcuno che vuole produrre a costi bassi presunti latticini senza latte, e poi rivenderli, facendoli pure passare per gustosissimi prodotti caseari di stretta tradizione tricolore. La domanda è triplice: 

  1. quel prezzo basso che andremmo a pagare sarebbe, parallelamente, anche “giusto”?
  2. Giusto per noi, per la nostra salute, per quella dei nostri figli?
  3. Giusto, per il contesto sociale, economico e ambientale in cui viviamo?

Sicuramente no. Bisognerebbe, pertanto, tornare a riflettere più approfonditamente anche sul binomio valore-prezzo. Tutti noi dovremmo farlo, nel momento in cui operiamo la nostra scelta quotidiana: cosa portare in tavola? Spenderemmo tutti molto meno e meglio, generando un diffuso flusso positivo, scegliendo semplicemente la qualità. Parliamo della qualità riconosciuta, certificata e inattaccabile. 
Qualità che esiste ed è a nostra disposizione. Se pensassimo a tutto questo saremmo dei veri consumatori consapevoli.


CONCLUSIONI – Consapevoli, infine, di poter giudicare con obiettività due ulteriori argomenti di stringente attualità:

  1. il primo è relativo allo spreco alimentare, che nel mondo occidentale ha raggiunto livelli inaccettabili, con miliardi di tonnellate di cibo che, ogni anno, finiscono al macero;
  2. il secondo è quello che introduce più da vicino il tema di oggi: l'uso e l'abuso delle proteine animali nella nostra dieta. Dobbiamo essere capaci di affrontare con serietà questo problema, senza isterismi ma senza cedere alla disinformazione che, purtroppo, sta montando dal giorno in cui l'Oms ha lanciato il suo allarme sul consumo di carni rosse e lavorate. Da quel giorno è un delirio di accuse e minacce. Non si parla più del problema in sé e di come affrontarlo. Non è, certamente, questo un approccio corretto. Noi vogliamo essere liberi di capire, di comprendere e di scegliere. Se ci sono rischi lo vogliamo sapere. Se ci sono alternative e soluzioni lo dobbiamo dire. Con argomentazioni rigorose. Con scienza e con coscienza. Questo è quello che ci aspettiamo dal seminario di oggi.
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