Cos'è la tolleranza? Un concetto, un'idea, una teoria da imparare a memoria, magari a scuola? O è forse un'esperienza reale e concreta, che ci richiama quotidianamente al nostro senso della responsabilità e dell'impegno? E il nostro Paese, l'Italia, l'Italia dei migranti in America, Germania, Australia, può definirsi tollerante? Noi stessi, noi singoli italiani di oggi, possiamo definirci tolleranti? Nel 2013, la nomina del ministro Cécyle Kyenge in seno al governo Letta ha certamente accentuato il dibattito sull'argomento. La prima volta di un ministro nero – come lei stessa ama definirsi - in un governo della Repubblica italiana. Un evento storico, accolto tra applausi, consensi, ma anche eclatanti manifestazioni di protesta. E' il mal di pancia di chi guarda con sgomento al progressivo, inarrestabile, rimescolarsi tra nord e sud del mondo. C'è chi protesta e c'è chi, invece, considera questo processo necessario, e lavora con incredibile passione per trasmettere continui messaggi di pace e solidarietà. La recente visita del ministro Cécyle Kyenge in Calabria, a Crotone, crocevia dell'immigrazione nel cuore del Mediterraneo, è stata l'occasione per una più generale riflessione sul tema. Cos'è la tolleranza per chi vive in prima persona la sfida dell'integrazione nel nostro Paese? Cos'è la tolleranza per un nuovo italiano, per una mamma italiana nata in Africa o per un bambino italiano dalla pelle scura? Abbiamo provato a rispondere a queste domande mentre il ministro Kyenge arrivava a Crotone lo scorso 21 agosto 2013. I contestatori erano pochi, isolati in un angolo, ben sorvegliati dalla polizia e senza incidenti. Il resto della folla faceva festa e applaudiva. Accoglienza, integrazione, tolleranza. Qui non parliamo, evidentemente, di concetti ideali e astratti. Parliamo di filosofia pratica. Le cronache ci raccontano quanti e quali difficoltà bisogna superare giorno per giorno, concretamente, per rendere vivi e reali questi principi chiave della civile convivenza. La scelta appare chiara: da una parte solidarietà, cooperazione, crescita consapevole e costruttiva per un mondo di pace, giustizia sociale e armonia; dall'altra conflitto, egoismo, chiusura alle sfide ineludibili della globalizzazione. Il ministro Cécyle Kyenge sta indubbiamente facendo la sua parte, indicandoci, con la sua stessa esperienza politica e di vita, una strada ben chiara per il futuro. Ma la scelta non è solo a carico del governo. Chiama ognuno di noi. Ci chiama alla nostra singola responsabilità individuale e al senso che vogliamo dare quotidianamente alle nostre parole e alle nostre azioni.
"Dato che non penseremo mai nello stesso modo e vedremo la verità per frammenti e da diversi angoli di visuale, la regola della nostra condotta è la tolleranza reciproca".
Mohandas Gandhi