Un pensiero vivo, fecondo, sempre attuale. Questo lo spaccato emerso dalla lettura dei libri del filosofo Mario Alcaro, nel corso della serata culturale di lunedì scorso al "Bounty" di Soverato. Iniziativa promossa da associazione Gutenberg e Naturium, con il patrocinio dell'amministrazione provinciale di Catanzaro, nell'ambito del premio letterario "Parole nel Vento". In tanti hanno affollato la bella e suggestiva struttura all'aperto, sul Lungomare "Europa", per ricordare un pensatore il cui grande impegno intellettuale si è, spesso, soffermato sui temi del meridionalismo e della ricerca teorica, ma senza mai disdegnare la militanza politica e l'attività accademica (dal 1970 ha insegnato all'Università della Calabria). Ha introdotto e moderato i lavori il giornalista Francesco Pungitore, dottore in Filosofia, il quale ha posto l'accento, principalmente, sugli sforzi compiuti da Alcaro, alla metà degli anni novanta del secolo scorso, per favorire la rinascita del cosiddetto "pensiero meridiano": una discussione aperta sulle antiche forme della civiltà mediterranea, sulle orme di Albert Camus, destinata a generare una più ampia riflessione sul Mezzogiorno d'Italia nel contesto europeo e globale. E' seguita la testimonianza della dottoressa Paola Longo, biologa, che ha commentato il libro di Mario Alcaro "L'essere inquieto, misteri e prodigi della natura" soffermandosi sullo straordinario intreccio di pensiero che filosofia e scienza, insieme, pongono da sempre alla base delle antiche e irrisolte domande sul senso, l'origine e il destino dell'uomo. Il prof. Armando Vitale, presidente dell'associazione Gutenberg, dopo aver ringraziato la Provincia di Catanzaro e il "Naturium" di Giovanni Sgrò per gli sforzi organizzativi legati all'evento, ha focalizzato la sua attenzione sullo spirito antidogmatico, informale, di Mario Alcaro. Carattere che ha condotto il filosofo catanzarese ha confrontarsi, nei suoi studi, non solo con il marxismo severo e critico dei suoi maestri (la scuola messinese di Galvano della Volpe) ma anche con il pragmatismo di Peirce e Dewey. "Il suo Dewey preferito – ha spiegato Vitale – era quello dell'autogoverno della comunità locale, nel confronto sempre vivo contro le evidenti e progressive degenerazioni del liberismo di matrice capitalistica". Il prof. Piero Bevilacqua, docente presso l'Università "La Sapienza" di Roma, ha chiuso il cerchio degli interventi con una dettagliata riflessione sul grande tema della Natura nelle opere di Alcaro, per poi riallacciare questa riscoperta degli antichi temi della filosofia mediterranea al nuovo meridionalismo cui Alcaro ha contribuito, ripensando in positivo i valori identitari, comunitari, l'ethos del Sud. Un antidoto al moderno nichilismo di matrice nord occidentale che oggi si materializza nell'ambizione quasi luciferina dell'economia di volersi governare da sé. Spazio, infine, agli interventi del numeroso pubblico presente, con il commosso ricordo di amici e parenti i quali hanno sottolineato quanto fosse forte la speranza di cambiamento che animava Alcaro nelle sue riflessioni, nei suoi slanci teorici, nell'impegno accademico. (21.07.2014)