SOVERATO - Quanta verità c'è nel sistema della comunicazione di massa? Una domanda di non poco conto, che si colloca sul periglioso crinale che collega etica giornalistica e cronaca. Con indubbio coraggio intellettuale hanno affrontato questo tema, posto al centro di un partecipato aperitivo culturale che si è svolto lunedì 14 aprile 2014 presso la sala convegni del Miramare di Soverato, il giornalista e dottore in Filosofia, Francesco Pungitore, e l'antroposofo, esperto di sicurezza aerea, Fabio Apicella. Un evento sponsorizzato da "Naturium", la catena di negozi bio di proprietà dell'imprenditore Giovanni Sgrò. Ha introdotto i lavori Francesco Pungitore che ha sviluppato una concisa ma estremamente chiara e puntuale introduzione sul concetto di "verità", toccando la deontologia professionale dei giornalisti e il più vasto orizzonte della filosofia antica e moderna. "La verità come Wahrheit – ha detto Pungitore, riferendosi alla lingua tedesca – ha una radice slava che la riporta al concetto di fede. La verità come aletheia, alla greca, ci mostra un qualcosa che deve essere sottratto al nascondimento, all'oscurità. Ma questa verità di cui parliamo, esiste come tale? O è solo una interpretazione soggettiva, frutto della elaborazione personale del singolo che la riceve? E quanto peso ha il filtro operato, nello stadio di precomprensione, da parte di chi media quell'informazione di verità all'origine, per poi riportarla in termini di notizia sul terreno dei mass-media moderni?". E' seguita la lunga e articolata relazione di Fabio Apicella che, in quanto esperto di sicurezza aerea e, egli stesso, pilota di aerei di linea, ha mostrato quanti e quali dubbi vengano diffusi da anni, ad esempio, sul famoso attentato dell'11 settembre negli Usa. "Quante verità si confrontano su quel tragico ed epocale momento di svolta della nostra storia recente?" si è chiesto, citando relazioni autorevoli che confutano alcuni aspetti delle versioni ufficiali, accettate acriticamente dall'opinione pubblica, sul crollo delle Torri Gemelle. Uno spunto per mettere in piedi un ricco dibattito sulla "comunicazione" in quanto possibile strumento di manipolazione di massa, con tanto di tecniche consolidate di cosiddetta "ingegneria sociale". "L'uomo è ancora in grado di pensare autonomamente?" ha domandato Apicella, suscitando un interessante confronto con il qualificato e numeroso pubblico presente che ha reso ancora più vivo e coinvolgente il tema della serata. L'appuntamento, visto il successo dell'esordio, si ripeterà ancora a cadenza periodica.